Un' esplicazione non tenta di rendere in modo esatto il senso dell'espressione già esistente che essa esplica. L'espressione possiede un senso che però è soltanto imperfetto: sia vago che parziale.

Una spiegazione di questa imperfezione del senso, si trova in Frege.

Essa consiste, egli dice, nel fatto che, mentre associamo ad esso principi che governano la determinazione dei valori di verità in cui l'espressione ricorre (per Frege il senso è direttamente connesso con la determinazione di una valore di verità), questi stessi principi non sono sufficienti a rendere determinati i valori di verità di altri enunciati in cui pure tale espressione ricorre.

L'esplicazione sostituisce un senso completo e definito al posto di quello vago e parziale. Nel fare ciò, essa rispetta il senso imperfetto esistente: ogni enunciato che abbia un determinato valore di verità, quando l'espressione è ritenuta essere portatrice di quel senso imperfetto, riceve lo stesso valore di verità quando l'espressione è pensata in accordo con l'esplicazione. L'esplicazione, però, rende in più determinato il valore di verità di ogni enunciato nel quale l'espressione che essa esplica, ricorre e, nel fare così, non è più responsabile del senso originale imperfetto o di qualsiasi altro principio contenuto nel nostro uso esistente del linguaggio.

CFR. la definizione fregeana dell' operatore di cardinalità.